8. Francesco Sforza a Marchese da Varese, Nicodemo Tranchedini, Ottone del Carretto e Antonio da Trezzo 13 aprile 1458

Mediolani die XIII aprilis 1458.
Marchesio de Varisio.
Dapoi che tra quella illustrissima signoria et la excelsa .. comunità de Firenza et nuy fo conclusa pace, unione et intelligentia, et per lo illustrissimo signore .. duca de Savoya ne forono restituiti li lochi et terre quale haveva usurpate, poso la morte del’illustrissimo quondam signore .. duca Filippo, nostro padre et socero honorandissimo, come l’era obligato per li capituli d’essa pace, Dio sa che con ogni studio, ingenio et solicitudine sempre havemo cercato de ben vicinare et vivere fraternalmente et amorevelmente con la signoria soa et facto tute quelle cose che ne parivano expediente et necessarie a confirmatione et accrescimento de amicitia et benivolentia tra nuy, fin’a contrahere affinità con la signoria soa, credendo pur che la prefata signoria soa dovesse fare el simile verso de nuy et, se non per altra casone, almanco per non despiacere a quella illustrissima .. signoria, dela quale l’è colligato et la quale sapiamo essere totalmente disposta ala conservatione dela dicta pace et ala quiete et tranquilità de tuta Italia, et etiandio per non fare cosa molesta ale altre potentie dela liga. Ma ne pare vedere che la signoria soa facia altramente et, senza consyderare le obligatione ch’el ha con la prefata illustrissima signoria et consequentemente con nuy, ha cercato et cercha continuamente de turbare et inquietare li adherenti et recomendati nostri. Et aciò intendi la cosa più chiaramente, li zentilhomini da Cocona’, messer Aluyse Bolero et messer Honorato et el fratello, conti de Ventimillia et signori de Tenda, sempre sono stati adherenti et recommendati del prefato signore duca Filippo et soi precessori et, successive, nostri et, poso la conclusione dela pace, ratificorono in opportuna forma, come vederai per le introcluse copie. Et quantunche non se trovi che la signoria soa fosse ala possessione de alcuna adherentia et fidelità de essi da Cocona’ al tempo dela morte del prefato quondam signore duca et habiamo facto intendere qui ali soi ambassatori, in presentia de Nicolò di Grassi et de molti notabili homini, che la signoria soa non se ha ad impazare di facti loro et più et più fiate l’habiamo confortato et pregato per nostre lettere et ambassate che ne li volesse relaxare et a quelli non se hano voluto intendere cum luy non fare iniuria, como ha facto et fa continuamente, secondo ch’è debito et è obligato per li capituli dela dicta pace et ulterius obligato per una speciale conventione facta per nuy cum lo suo ambasatore in questa terra in l’anno passato, nientedemeno, sempre ha recusato de farlo et dala signoria soa mai non havemo possuto havere se non bone parolle. El prefato messer Aluyse Bollero, quale è uno gentilhomo da bene et nostro adherente et recomendato, come è dicto, fece prehendere in uno suo castello ascallato di nocte, dimonstrando esser in bona amicicia, et halo tenuto destenuto più dì passati et el tene in presone luy e la mogliere et figlioli, per la liberatione del quale havemo tenuto uno ambassatore più mesi passati presso la signoria soa et mai non l’havemo possuto obtenire. Immo, quando havemo creduto de doverlo havere, trovamo ch’el prefato signore .. duca ha mandato da sei a VIIIm persone a campo ale terre soe et toltogli Centallo, la principale terra ch’el havesse, (a) et (b) combatuto la Rocha Sparavara et assacomanato molti lochi et ville soe et (c) li prefati conti de Tenda, contra li quali monstrava de volere procedere più oltra (d) Le quale cose poi pensare quanto ne siano moleste et, s’el non fosse che nuy volemo vivere et deportarne più consideratamente, non serissimo restati per fina a questa hora a provederli, anzi, havendo il modo como habiamo, gli haveressemo facto opportuna provisione. Pertanto volemo che subito te debii retrovare con la prefata illustrissima signoria et avisarla dele predicte cose et confortarla et pregarla per nostra parte che in executione deli capituli dela pace et liga gli piacia darne opportuno favore per la defesa, conservatione et tutela deli dicti nostri adherenti et recomendati, come l’è obligata de fare (et farli altra provisione, como melgio li pare, sì che li predicti siano restaurati de loro danni) et come siamo certi farà, perché nuy etiandio faressemo el simile contra qualunche turbasse li adherenti et recommendati soi, deliberando totalmente defendere et sostenire li dicti nostri adherenti et recommendati et fare tuto quello ne sarà possibile per la reintegratione et recuperatione del stato loro. Ma prima habiamo voluto quela illustre signoria sia avisata, aciò che la non creda nuy esser mossi senza grande casone.
Similiter, mutatis mutandis, Nicodemo de Pontremulo in Florentia,
domino Ottoni de Carreto Rome,
Antonio de Tricio Neapoli.

(a) Scritto nel margine sinistro come prosecuzione della riga:
«et Demonte,
el quale loco se dice ha
pagato bona
summa de dinari
per salvare le persone,».
(b) «ha» scritto nell’interlinea con un segno che ne indica l’inserimento fra «et» e «combatuto».
(c) «tolto la rocha de Vernante a» scritto nell’interlinea con un segno che ne indica l’inserimento fra «et» e «de li prefati».
(d) «et crediamo ch’el procederà non havendo veruno contrasto como non ha al presente» scritto nell’interlinea con un segno di richiamo che ne indica l’inserimento fra «più oltra» e «Le quale».

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