1.1.8. Le informazioni di GS16

Come già accennato a pag. 24, il contenuto di GS16 riguarda soprattutto, ma non solo, i termini dell’accordo raggiunto da Ludovico di Savoia con il signore di Centallo. Vediamone le informazioni più rilevanti.

Tabella 10: le informazioni di GS16 (18 aprile)

1

A dy XV del prescente ho recevuto queli doy libri una cum le lettere de vostra signoria, ale quale respondendo dicho ho prescentato ly suprascripti libri a questo illustrissimo signor, ly quali ly sono stati gratissimi et acceptatissimi, del che ne rende soa signoria gratie infinite a vostra signoria, […], pregando quella che anchora vogla fare durare uno pocho de faticha a fare retrovar quelo Vincentio «De speculo ystoriali» e farali vostra signoria cossa molto gratissima. 

2

Poy ly feci l’ambasciata ho vero lamenta per parte de vostra signoria, monstrandoli le littere me havea scripto vostra signoria circha quela materia, le quale intexe me fece questa resposta, videlicet che da quelo giorno al scequente non era longa distantia he che alora farebe vostra signoria restare bene contenta. Il dy scequente me fece dire che le insolentie facte contra domino Honorato, conte de Tenda, he cusì contra le altre terre de domino Aloysse Bollero erano facte contra et preter voluntatem suam et queli erano a quela impresa havevanno passati ly termini dely comandamenti e instrutione a lore dacte et che per evidentia de ciò mandava a farli retrare dale impresce […], 

3

et che, havendoli suplicato domino Aloyse de alchune robarie facte per alchui gioti he ribaldi et cativi in le terre de soa signoria, ly quali esso domino Aloysse gly havea dacto recepto in le soe castelle, e ancora per alchune altre robarie havea facto dicto domino Aloyse ad alchui subdicti de soa signoria, tempore che detto domino Aloyse piadiva cum domino Ameo, monsignor de Villa, il perché pregava soa signoria gly perdonasse […], 

4

era contenta soa signoria perdonarli, restituirlo, e cusì ly perdona et restituerà a contemplatione de vostra signoria et dely parenty e amici de dicto domino Aloysse […], 

5

his pactis et conventione: che dicto domino Aloysse fideiubeat de Ltamillia ducati per tanti zentilhomeni de Pedemonte che per lo havenire non farà più né receptarà in le soe castelle de là daly monti alchui robatori né cativi che vollesseno ofendere ale terre he subdicti de soa signoria né al stato he persona soa 

6

et de questo domino Aloysse anchora il facesse cauto per vostra signoria […]. 

7

Et per la executione dela revocatione dela gente he dele insolentie facte soa signoria manda el spectabile cavalero de Santo Iohanne, domino frate Georgio da Piozascho, […] gubernatore de Vercelle, parente strecto de dicto domino Aloysse, lo quale anchora debe ponere campo intorno a Centallo […] e fare ogni cura e solicitudine de havere Arcimbaldo in le mane, […]. 

8

Unde, intendendo la bona e optima dispositione he voluntà de questo signor circha a questi facti, ho deliberato de non partirme he de solicitare la expeditione dela cossa, […].

Corradino Giorgi riferisce di aver ricevuto insieme alle lettere (si tratta di SG13, SG13-All1 ed SG13-All2) i due libri inviati dal duca [18]: li ha consegnati a Ludovico di Savoia, il quale ha molto apprezzato i volumi [19]. Il duca sabaudo prega tuttavia Francesco Sforza di mandargli anche lo Speculum Historiale di Vincenzo de Beauvais (1) [20]. L’inviato milanese ha poi esposto il grave disappunto sforzesco per l’aggressione alle terre di Onorato Lascaris e Ludovico Bolleri. Al riguardo Ludovico di Savoia sostiene che essa è avvenuta contro la sua volontà (2) e per interrompere le operazioni manderà Giorgio Piossasco [21], governatore di Vercelli, che dovrà anche cercare di conquistare Centallo e prendere Arcimbaldo (7). L’ambasciatore riferisce poi che, in seguito alla richiesta di perdono di Ludovico Bolleri (3), il duca di Savoia lo ha perdonato (4), a patto però che una fideiussione di 50.000 ducati prestata da gentiluomini piemontesi, insieme a una cauzione dello stesso Francesco Sforza (6), lo garantisca della correttezza della futura condotta del signore di Centallo nei suoi confronti (5). Avendo constatato la buona disposizione del duca di Savoia, Corradino Giorgi ha deciso di non tornare a Milano (8).

[18] L’inviato sforzesco segnala la ricezione dei volumi anche in Giorgi5, lettera del 18 aprile. Possiamo identificare i due libri grazie a Savoia2, in cui si legge: «Libros duos insignes et perpulcros, Bibliam sacram et Albertum “De natura animalium”, nobis vestro amore sincero transmissos recepimus». Uno dei due libri ricevuti da Ludovico di Savoia è dunque la Bibbia; per quanto riguarda il secondo, riteniamo non si tratti del De animalibus di Alberto Magno, bensì del Libellus de natura animalium dello Pseudo-Alberto Magno, che risulta erroneamente attribuito ad Alberto Magno in una delle edizioni a stampa dell’inizio del XVI secolo. Per informazioni sul Libellus si veda l’Appendice 1 di questo capitolo.
[19] Nonostante in M44-13r [B] di Missive 44, del 9 aprile, Francesco Sforza scriva che «Per lo presente nostro cavallaro te mandiamo doy de quelli tri libri che tu ne rechiedesti per parte de quello illustrissimo signor duca, zoè la Bibia et Alberto Magno», nelle lettere di Corradino Giorgi non vi è alcuna richiesta di questo tipo. In SG6, del 26 febbraio, il duca di Milano offre a Ludovico di Savoia di interporsi presso Carlo VII per mezzo di lettere (Tabella 3, punto 11), ma GS7, lettera del 14 marzo in risposta a SG6, non contiene alcun accenno all’offerta ducale. L’unica richiesta avanzata in quei giorni la si legge in Giorgi2, sempre del 14 marzo, in cui Corradino Giorgi scrive: «Retrovandome con questo illustrissimo signor, me ha pregato vogla scrivere e pregare vostra signoria per parte de essa soa signoria che ve piaza mandare a madama soa fema uno paro de carte da trionfi de quelle belle sce fano in quelle parte he uno paro a madama Maria he uno altro a madama Bona, soe figlie». In questo caso il termine «paro» non significa «paio», bensì «mazzo» (si veda in proposito Dummett, Il mondo e l’angelo, i tarocchi e la loro storia, Napoli, Bibliopolis, 1993, p. 70): Ludovico di Savoia richiede dunque tre mazzi di carte da trionfi. Non siamo però in grado di stabilire se poi li abbia ricevuti, perché in Giorgi4, del 18 aprile, l’inviato milanese scrive solo che «A questi illustrissimy signor he madona ho facto intendere como anti la rechesta facta dele carte per soa signoria vostra signoria havea fermo preposito de mandarle inscema cum alchune altre zentileze», senza segnalare la ricezione dei mazzi. Le carte da trionfi venivano utilizzate nel gioco denominato «trionfi» o, in latino, «ludus triumphorum» e dal XVI secolo in poi sarebbero state chiamate carte dei tarocchi (Dummett, op. cit., p. 18). Giorgi2 è documento che permette di allungare il breve elenco delle tracce primitive di questo gioco: a Milano, negli anni di Francesco Sforza, Berti e Marsilli segnalano solo due lettere nei Registri delle missive (Berti, Giordano e Marsilli, Pietro, La diffusione dei tarocchi tra i secc. XV-XIX, in Tarocchi: le carte del destino, a cura di Giordano Berti, Pietro Marsilli e Andrea Vitali, Faenza, Le Tarot, 1994, p. 11; si tratta di due missive del Registro n. 2: nella prima, al f. 293v e datata 11 dicembre 1450, il duca chiede al tesoriere Antonio Trecco di inviargli due mazzi di «carte de triumphi»; nella seconda, al f. 305r e datata 15 dicembre 1450, il duca segnala al tesoriere la ricezione delle carte). Per informazioni sulle carte di trionfi, sul «ludus triumphorum» e sul mazzo Visconti-Sforza (con una breve descrizione delle carte del Bagatto, della Fortezza e del Matto) si veda l’Appendice 2 di questo capitolo.
[20] Vincenzo di Beauvais, frate domenicano (1190-1264), continuò la tradizione degli enciclopedisti medievali. Il suo Speculum maius, che rispondeva agli interessi di un pubblico colto medio-alto, comprende quattro parti: Speculum doctrinale, Speculum historiale, Speculum naturale e Speculum morale, ma solo le prime tre sono autentiche. Il primo Speculum riguarda la discussione delle scienze e delle arti fino alla teologia; nel secondo, in cui la storia diventa autonoma e rilevante, la narrazione attraverso le sei età procede dalla creazione fino al 1254; il terzo contiene l’osservazione di molti eventi fisici. L’opera è un florilegio nel quale confluiscono, oltre alle fonti comuni alle altre enciclopedie, echi della cultura universitaria contemporanea (Tommaso e Alberto Magno) ed estratti di autori arabi ed ebraici, che Vincenzo contribuì a diffondere nel mondo latino. Ispirandosi ad Ambrogio, ogni Speculum è diviso in sei parti. Vincenzo di Beauvais fu precettore dei figli del re di Francia Luigi il Santo e ci ha lasciato uno scritto pedagogico Sulla educazione dei figli dei re o dei nobili.
[21] Su Piossasco* si veda Marini, Lino, Savoiardi e Piemontesi nello stato sabaudo (1418-1601), vol. I, Roma, Istituto storico italiano per l’eta moderna e contemporanea, 1962, pp. 76, 109, 120, 178 e 228.

* È il caso di rilevare che Giorgio Piossasco era stato priore di Lombardia dei gerosolimitani o cavalieri di Rodi.

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