1.1.3. Le informazioni di SG6

Nella Tabella 3 sono rilevate le informazioni salienti di SG6, lettera che svolge la funzione di anello della serie collegando GS5 a GS7.

 

Tabella 3: le informazioni di SG6 (26 febbraio)

 

 1 Restiamo novamente per le toe de dì XIII del presente ciffrate advisati de quanto intendi essere deliberato per la maiestà del re de Franza circa la liberatione del spectabile messer Aluyse Bollero 
 2 et etiam dela dispositione de quello illustrissimo signore duca intorno ad questo 
 3 […], te significamo come […] ne è portata una littera dela excellentia soa de dì VII, […], et, perché la natura de tale materia come tu intenderai è importantissima, […] per una breve resposta nostra ne referemo ad quello che scrivemo et commettemo ad ti che gli refferissi per nostra parte […]. 
 4 Volemo adunque che, retrovandoti cum lo prelibato illustrissimo signore, te adapti […] denotargli che, havendo nuy inteso el tenore dela lettera soa, ne havemo preso cordiale displicentia, perché […] ne rincresseria ogni contentione che se suscitasse tra lo serenissimo re de Sicilia et soa excellentia […]. 
 5 Et perché soa excellentia dice che […] per le oblatione che et per littere et per messi nostri et presertim per ti gli habiamo facte ne rechiede et prega vogliamo dargli favore et adiuto contra lo prelibato serenissimo re de Sicilia, dirai che nuy ne confidamo tanto dela sapientia et alta prudentia di ciascuno de loro signori, […], che tra loro se sopirà ogni occasione de controversia et restaranno in la solita pace et tranquillitate, et, quando tra le signorie sue pur restasse alcuna differentia, speramo che la sacratissima maiestà del re de Franza, […], il quale ama etiam et l’uno et l’altro singularmente, per l’auctoritate soa gli metterà opportuno remedio. 
 6 Ma quanto specta ad la specialità nostra, volemo che di novo faci chiara la excellentia soa che sempre in ogni cosa che per nuy se potesse operare in adiuto, favore et beneficio suo, quanto se extendesse la nostra facultade et portasse lo honore nostro, nuy di bona voglia et largamente faressimo […] quanto gli habiamo più volte offerto. 
 7 Verum, consyderando che per scrivere de soa excellentia non se specifica alcuna particulare cagione deli movimenti dela prefata serenità del re de Sicilia […], ne era caduto in pensero se forse la soa serenità, como reputandosi offesa per la presa de domino Aluyso Bollero, suo feudatario, deliberasse con arme vindicare tale novitade, […] et, quando questa fosse la cagione, nuy […] gli saperiamo ricordare et confortare che non volesse per questa picola cosa lassare accendere uno grande fuoco, ma volesse lassare dicto domino Aluyse 
 8 et alleviarsi dal carico quale gli potesse essere dato sì presso ad la maiestà del re de Franza, ala quale, per quanto possiamo comprehendere etiam per lo scrivere tuo, non è piaciuta la novitade facta contra dicto domino Aluyse (et pare assay apertamente cossì essere, se è vero che mandi ad farlo liberare et restituire ad le cose soe), et similiter presso ad lo prefato re di Sicilia […]. 
 9 Et nuy etiam ne prehendariamo contenteza et piacere […]. 
10 Quando pure altra cagione gl’intervenesse, voglia soa excellentia farcene chiari […]. 
11 Et ulterius gli ricordaray che in omnem eventum, quando paresse a sua signoria che nuy se interponissemo con la prefata maiestà, lo faremo non solo con littere et con messi, ma etiam con solenni ambassatori, s’el serà mestero.

Francesco Sforza, dopo avere segnalato la ricezione di GS5 con le informazioni in essa contenute (punti 1 e 2), riferisce al suo inviato di avere ricevuto una lettera del duca sabaudo. La gravità del momento lo induce ad affidare a Corradino Giorgi l’incarico di effettuare un’ambasciata (3): vi è infatti il rischio dello scoppio imminente di un conflitto fra Renato d’Angiò e Ludovico di Savoia (4). Dopo aver espresso la propria fiducia nella saggezza dei due contendenti e nell’eventuale intervento del re di Francia (5), Francesco Sforza dichiara di essere disponibile ad aiutare, per quanto possibile, il duca sabaudo (6), anche interponendosi con Carlo VII per mezzo di lettere e ambasciatori (11). In ogni caso, se il duca sa che la ragione dei preparativi bellici di Renato d’Angiò risiede nella cattura di Ludovico Bolleri, l’inviato milanese ha il compito di suggerirgli di liberare il feudatario angioino (7): eliminerebbe così motivi di attrito non solo con il re di Francia (che non pare avere gradito la cattura del signore di Centallo), ma anche con il re Renato (8), lasciando soddisfatto lo stesso duca di Milano (9). Qualora siano altre le ragioni delle minacce angioine, Francesco Sforza desidera esserne informato (10).

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