GS1-Dec

CORRADINO GIORGI A FRANCESCO SFORZA
16 dicembre 1457, Rumilly. Decifrazione coeva.

Ex zifra Conradini de Georgiis.
Illustrissimo signor mio. Noviter miser Aluyse Bolero è stato examinato sopra dm (a) articuli, tra li quali queste ne sono, secundo ho per soe lettere, le quale al presente non mando, perché mando queste ala ventura: et primo che voleva dare Vercelli a vostra signoria, pedate (b) al re Raynero de consensu domini Guilielmi de Monteferrato, al che dice havere resposto omnia esse falsa, item che, non potendo liberarlo aliter, che vostra signoria richieda sia remiso al re de Franza et non dica più ultra, item che la congrega per li soy facti (c) deli tri stati, dela quale ho scritto ala vostra signoria, g’è per li facti soy; item che prega vostra signoria che proveda che le altre sue castelle non se perdano, item che uno Constantino Gualteri da Savegliano debe havere fornito Rocha Sparavero de victualia a nome del predicto miser Aluyse et che da luy non hano havuto altro, item ch’el duca de Savoya fa zente d’arme in Pedemonte per trare Arcembaudo fora de Centale, quale dice è suo, come ho scripto a vostra signoria, il che è vero. Dubita dicto miser Aluyse non sia una fictione et che faciano questa demonstratione per torre le altre sue terre over al conte de Tenda o che fano questo perché temeno lo conte, perché in brevi intendam fare guerra a vostra signoria cum la gente del duca d’Aurliens. Item che ad Avignone è uno che ha nome Navton cum lo cardinale de Fuso, quale è cosino de Arcembaudo, lo quale pratica che Arcimbaudo daga Centale al re de Franza mediante pecunia, il che non piace al dicto miser Aluyse. Item dice voria che vostra signoria gli facesse havere qualche pulvere che facesse dormire per quatro hore, per potere fare dormire quelli lo guardano, per modo non sentano strepito alcuno, ho per bon facto io gli ho risposto et confortato se dia de bona voglia, che vostra signoria non lo vole abandonare et che del tutto avisarebbe vostra signoria, la quale provederà ad ogni cosa, purché quelli dale sue castelle se guardasseno da tradimento, che da Forza (d) non dubitasse. Item gli ho dato speranza dela polvere, rechiedendome avisa perché la vole. Altra non occurrunt. Me recomando a vostra signoria. Datum Remiliaci die 16 decembris 1457.

(a) Sopra «dm>» depennato è scritto «novi».
(b) Sopra «pedate» depennato è scritto «Pedemonte».
(c) Tra «congrega» e «per li soy facti» depennato è scritto nell’interlinea «tione». Nel documento si simula che il decifratore sia stato indotto in errore dalla prima metà della sesta riga di GS1, che tende vistosamente verso il basso, al punto che nella parte centrale viene a confondersi con la settima. La riga risale poi leggermente, ma, ricercandone l’inizio per decifrare la riga successiva, si è indotti a trovare l’inizio della settima, facendo passare la decifrazione dalla sesta all’ottava riga: la settima viene così del tutto saltata. Si finge quindi che il decifratore sia stato ingannato dall’effetto ottico appena descritto e, giunto al termine della sesta riga, che finisce con «cumgrega», non abbia proseguito correttamente con la settima, che inizia con «tione», bensì con l’ottava, che comincia con «per li soi facti», facendo risultare: «item che la congrega per li soy facti». Accortosi dello sbaglio, avrebbe poi depennato «per li soy facti», inserendo nell’interlinea «tione» tra la «a» di «congrega» e «per li soy facti» depennato, trasformando il testo in «item che la congregatione deli tri stati, […], g’è per li facti soy».
(d) Così in A. Nel documento in cifra è invece scritto «Sforza».

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