1. La ricostruzione di una serie

All’interno della corrispondenza tra Francesco Sforza e Corradino Giorgi è possibile delineare una sequenza di lettere concatenate fra loro, che si può rappresentare con uno stemma.
I legami fra le lettere possono essere di tipo cronologico o di tipo tema/rema. Nel primo caso il mittente riferisce al destinatario la ricezione di una sua missiva e, per permettergli d’identificarla correttamente, ne segnala la data, a volte fornendo un’ulteriore informazione di carattere grafico, precisando se la lettera è in cifra. Nel secondo caso, invece, il mittente richiama una o più informazioni della lettera cui sta rispondendo. Si tratta di una procedura consueta nelle lettere, il cui testo, come ricorda Senatore, era «articolato in capoversi […]. Ogni capoverso era articolato secondo la successione tema-rema […]: si richiama il passo della lettera cui si risponde (=ciò che è noto), spesso con le medesime parole […], e si passa quindi a rispondere punto per punto (=ciò che è ignoto, le informazioni nuove)» [1]. Questa ripresa delle informazioni da parte del mittente rende possibile l’identificazione della lettera cui egli sta rispondendo [2], anche in assenza del legame cronologico.
Come si può vedere nella pagina successiva, lo stemma può essere integrato con un segmento iniziale (in rosso), e uno finale (in blu), di cui ci occuperemo rispettivamente nel secondo e nel terzo paragrafo di questo capitolo. Il legame fra il segmento iniziale e la sequenza è stato rappresentato con una linea tratteggiata perché indiretto: in GS5, infatti, Corradino Giorgi non segnala in modo esplicito la ricezione di SG3, SG3-All ed SG4, ma le informazioni da lui fornite consentono d’inferire con certezza che egli ha ricevuto le tre missive ducali. Per quanto riguarda il segmento finale, invece, esso è caratterizzato dalla presenza di un punto interrogativo perché in GS22 (11 maggio 1458) ed SG23 (12 maggio 1458) Corradino Giorgi e Francesco Sforza non concordano nel segnalare rispettivamente l’invio e la ricezione di un insieme di lettere datate fra il 30 aprile e il 5 maggio.
Lo stemma si configura dunque come una serie di lettere, la Serie Giorgi Sforza, composta da un capo (il segmento iniziale), una sequenza centrale e una coda (il segmento finale).

[1] Senatore, Francesco, «Uno mundo de carta», Napoli, Liguori, 1998, p. 189. Senatore ricorda anche che «La redazione di una lettera […] prevedeva che si trascrivessero prima, sulla minuta, gli incipit ricavati dai capoversi della lettera ricevuta, ovvero ogni suo singolo tema, seguito da uno spazio lasciato in bianco per il corrispondente rema». A proposito di tema e rema può essere utile riportare le parole di Cesare Segre (Avviamento all’analisi del testo letterario, Torino, Einaudi, 1985, p. 186): «Ogni enunciato conterrebbe di solito un tema, cioè una parte che si riferisce a fatti già esposti in precedenza nel discorso, o in altro modo noti o dati per tali, e un rema, una parte che contiene le informazioni nuove a formare le quali si destina l’enunciato (gli Americani usano in corrispondenza a tema e rema, topic e comment). L’importanza di questa analisi sta nel fatto che il tema rinvia a punti precedenti del discorso». Segre, inoltre, accennando ai «vari tipi di progressione fra tema e rema», ricorda la «Progressione lineare, in cui il rema di una frase diventa tema della successiva». La sequenza di missive qui in esame si potrebbe quindi configurare come una progressione lineare di temi e remi, in cui il rema o i remi di una lettera diventano il tema o i temi della lettera successiva.
[2] Davvero pertinente l’osservazione di Angelo Marchese (Dizionario di retorica e di stilistica, Milano, Mondadori, 1978, p. 261): dopo avere ribadito che «il tema o topic è dunque l’argomento di cui si parla», Marchese sottolinea come «uno dei compiti decifratori del ricevente consiste nell’individuazione del topic o dei topics di un testo».

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